Madrid sbaglia nascondendosi dietro le leggi

 
“Limitare la libertà di espressione di un Parlamento è molto grave. Non si può impedire di discutere gli argomenti che non piacciono al potere centrale”
“Gli stati nascono, crescono e muoiono in continuazione, non c’è nulla di strano in questo”

Alba Sidera -Roma    El Punt/Avui  16.12.2016
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Francesco Palermo, nato a Bolzano nel 1969, è un noto costituzionalista italiano, professore di diritto pubblico comparato all’Università di Verona e senatore indipendente. Il fatto di non appartenere a nessun partito gli consente di parlare con maggiore libertà. Fu eletto nel 2013 a Bolzano con l’inedito appoggio trasversale dei partiti del suo territorio: dal PD alla SVP, a Sel, Verdi del Sudtirolo, UDC e Scelta Civica. Dal 2014 al 2016 è stato presidente del Comitato consultivo della Convenzione Quadro del Consiglio d’Europa per la protezione delle minoranze nazionali.
Qual è la sua opinione sulla convocazione del referendum d’indipendenza catalano?
Credo che sia del tutto naturale e sacrosanto il fatto di consultare un territorio sul suo futuro. Gli stati nascono, crescono e muoiono in continuazione, non c’è nulla di strano in questo. Quello che mi fa sorgere dei dubbi è il modo in cui si vuole raggiungere l’indipendenza, ossia, che tutto passi solo per un referendum. Occorrerebbe insistere sulla parte negoziata della secessione.
E se la controparte non vuole negoziare?
È un enorme errore di Madrid, allo stesso modo che lo è la “giudiziarizzazione” della politica [ricorso del governo centrale presso i tribunali contro le decisioni non gradite del Parlamento  e del Governo della Catalogna]. Questo comportamento è incomprensibile dall’esterno. Prima o poi, il Governo spagnolo dovrà capire che occorre dialogare davvero, soprattutto nel suo interesse.
Quale sarebbe il modo migliore di raggiungere l’indipendenza?
Il referendum andrebbe inserito in un processo consultivo che preveda un’eventuale dichiarazione d’indipendenza accompagnata da negoziati. Il referendum deve far parte di un processo più ampio.
È d’accordo sulla mozione d’appoggio a Carme Forcadell presentata da 18 parlamentari del Regno Unito? [Carme Forcadell, presidente del Parlamento della Catalogna, è accusata presso il Tribunale Superiore di Giustizia della Catalogna di disubbidienza al Tribunale Costituzionale per aver consentito che l’aula parlamentare votasse il 27 luglio scorso le conclusioni di una commissione di studio sul processo d’indipendenza della Catalogna. All’inizio di dicembre, 18 deputati Britannici hanno firmato una mozione d’appoggio a Forcadell]
Sì, la libertà di espressione è la base della democrazia, non si può impedire che un Parlamento discuta gli argomenti che non piacciono al potere centrale. Madrid sbaglia molto nascondendosi dietro le leggi. È molto grave in democrazia limitare la libertà di parola di un Parlamento.
L’accusa mossa a Forcadell potrebbe essere considerata reato in Italia?

In Italia ancora abbiamo il Codice Penale fascista del 1930, nel quale, anche se modificato diverse volte, è previsto il reato de attentato all’unità nazionale. Da questo punto di vista, la situazione giuridica è molto simile a quella dello Stato spagnolo, con la differenza che in Italia è possibile tenere referendum.
In Italia si parla meno che in altri paesi della questione catalana. Perché?
Perché la nostra stampa è in generale di basso livello, è provinciale, tratta solo argomenti nazionali o grandi argomenti internazionali. Ma non me lo spiego, perché la questione catalana è molto importante e per l’Italia lo è anche di più per la vicinanza geografica e culturale. Poi i cittadini italiani sono poco informati.
Almeno adesso non si fanno più paragoni sbagliati tra l’indipendentismo catalano e la xenofoba Lega Nord.
È vero, almeno questo, giacché non c’entra niente. Ha contribuito a questo cambiamento il fatto che la Lega Nord non parli più di secessione.
Che cosa potrebbe fare la Catalogna per essere compresa meglio in Italia?
A livello politico ed accademico l’informazione arriva. In Parlamento, ogni due o tre settimane riceviamo un rapporto su quel che accade in Catalogna. Gli studiosi italiani di diritto costituzionale si occupano parecchio della questione catalana. Occorrerebbe lavorare di più sui media per poter raggiungere un pubblico più largo.
Qual è la situazione attuale delle minoranze nazionali e linguistiche in Italia?
L’Italia è un paese strano. Alcune delle sue minoranze sono tra le più tutelate d’Europa; altre, come la popolazione rom, sono tra le peggio tutelate del continente.
 
traduzione: Jordi Minguell-ANC

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