Spagna: settimana nera dell'(in)giustizia

 

audiencia nacional
Audiencia Nacional

20 Nov 2018 – Dal blog Vuelvo al Sur di E.M. Brandolini
Il governo spagnolo sostiene di non poter intervenire a modificare la situazione processuale dei leader catalani implicati nella macro-causa contro l’indipendentismo, per rispetto della separazione dei poteri dello Stato. Ed effettivamente la giustizia spagnola non è sempre pedissequa al volere dell’Esecutivo, agisce anche in sua autonomia, scegliendo altri interessi politici di riferimento. Perciò seppure il governo, attraverso l’Avvocatura dello Stato, si è pronunciato per un’accusa di sedizione, la procuratrice generale, designata da Pedro Sánchez, si è comportata esattamente come il suo predecessore del Pp, imputando per ribellione i 9 leader in carcere, con una richiesta di pene altissime, oscillanti tra i 25 e i 16 anni di reclusione.
Il sistema giudiziario spagnolo è il luogo dello Stato che ha subito meno trasformazioni nel corso della Transizione democratica, come dimostra l’esistenza dell’Audiencia Nacional, erede del tribunale franchista sull’ordine pubblico. E ai cui vertici si concentra un nucleo di reazione che si muove come vero e proprio potere politico.
La conferma è arrivata nei giorni successivi alla pronuncia della Pm sui leader indipendentisti, quando la giustizia spagnola ha affrontato altri casi che ne hanno ulteriormente ridotto la già compromessa credibilità. In 15 giorni il Tribunal Supremo è riuscito a dettare una sentenza e il suo contrario: è successo a proposito delle imposte sull’accensione dei mutui immobiliari a carico dei clienti, che inizialmente il Ts aveva spostato sulle banche per poi tornare indietro, in seguito alla protesta del settore creditizio. Quello stesso giorno, il Tribunale di Strasburgo sentenziava che il leader della Izquierda Abertzale Arnaldo Otegi non aveva avuto un giusto processo nella causa che lo aveva tenuto in carcere per alcuni anni accusato di riorganizzare Batasuna agli ordini dell’Eta, per la parzialità della magistrata che lo aveva condannato. Mentre la giustizia belga inviava al tribunale di Lussemburgo la richiesta di estradizione della Spagna del rapper Valtònyc, rifugiatosi a Bruxelles per sfuggire il carcere di 3 anni e mezzo, per aver scritto una canzone contro i Borboni.
La reazione del sistema dei partiti a questa perdita di controllo è stata riconfermare l’antico sistema di spartizione nel rinnovo del Consejo General del Poder Judicial, dove tutti i consiglieri sono eletti dai partiti e il presidente, che dovrebbe essere individuato dai consiglieri, è invece frutto dell’accordo precedente tra Pp e Psoe.
Da pochi giorni si è appreso che un vigilante di sicurezza privata stava architettando un attentato contro il presidente del governo Sánchez. A casa gli hanno trovato un vero e proprio armamentario, ma l’Audiencia Nacional ha deciso di non accusarlo di terrorismo, considerandolo un lupo solitario un po’ squilibrato. Che però risulta simpatizzante di un’organizzazione spagnola legata a gruppi dell’estrema destra europea e che fu decorato con medaglia al merito da un’associazione della Guardia Civil.
 
 

Spagna: settimana nera dell'(in)giustizia

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